giovedì 24 luglio 2008

PIER PAOLO PASOLINI E IL CALCIO


Il calcio secondo Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini, che è stato una fantasiosa ala destra, ha dichiarato :


«Il calcio è l'ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. È rito nel fondo, anche se è evasione. Mentre altre rappresentazioni sacre, persino la messa, sono in declino, il calcio è l'unica rimastaci. Il calcio è lo spettacolo che ha sostituito il teatro».


Per la sua passione calcistica illimitata Pasolini assimila in modo alquanto originale il calcio a un vero e proprio linguaggio, coi suoi poeti e prosatori, e definisce il football un sistema di segni, cioè un linguaggio, che ha tutte le caratteristiche fondamentali di quello scritto-parlato:
«[…] Il football è un sistema di segni, cioè un linguaggio. Esso ha tutte le caratteristiche fondamentali del linguaggio per eccellenza, quello che noi ci poniamo subito come termine di confronto, ossia il linguaggio scritto-parlato.


Infatti le “parole” del linguaggio del calcio si formano esattamente come le parole del linguaggio scritto-parlato. Ora, come si formano queste ultime? Esse si formano attraverso la cosiddetta “doppia articolazione” ossia attraverso le infinite combinazioni dei “fonemi”: che sono, in italiano, le 21 lettere dell’alfabeto.


I “fonemi” sono dunque le “unità minime” della lingua scritto-parlata. Vogliamo divertirci a definire l’unità minima della lingua del calcio? Ecco: “Un uomo che usa i piedi per calciare un pallone” è tale unità minima: tale “podema” (se vogliamo continuare a divertirci). Le infinite possibilità di combinazione dei “podemi” formano le “parole calcistiche”: e l’insieme delle “parole calcistiche” forma un discorso, regolato da vere e proprie norme sintattiche.


I “podemi” sono ventidue (circa, dunque, come i fonemi): le “parole calcistiche” sono potenzialmente infinite, perché infinite sono le possibilità di combinazione dei “podemi” (ossia, in pratica, dei passaggi del pallone tra giocatore e giocatore); la sintassi si esprime nella “partita”, che è un vero e proprio discorso drammatico.


I cifratori di questo linguaggio sono i giocatori, noi, sugli spalti, siamo i decifratori: in comune dunque possediamo un codice.


Chi non conosce il codice del calcio non capisce il “significato” delle sue parole (i passaggi) né il senso del suo discorso (un insieme di passaggi).


Non sono né Roland Barthes né Greimas, ma da dilettante, se volessi, potrei scrivere un saggio ben più convincente di questo accenno, sulla “lingua del calcio”. Penso, inoltre, che si potrebbe anche scrivere un bel saggio intitolato Propp applicato al calcio: perché, naturalmente, come ogni lingua, il calcio ha il suo momento puramente “strumentale” rigidamente e astrattamente regolato dal codice, e il suo momento “espressivo”.


Ho detto infatti qui sopra come ogni lingua si articoli in varie sottolingue, in possesso ciascuna di un sottocodice.


Ebbene, anche per la lingua del calcio si possono fare distinzioni del genere: anche il calcio possiede dei sottocodici, dal momento in cui, da puramente strumentale, diventa espressivo.


Ci può essere un calcio come linguaggio fondamentalmente prosastico e un calcio come linguaggio fondamentalmente poetico.


Per spiegarmi, darò – anticipando le conclusioni – alcuni esempi: Bulgarelli gioca un calcio in prosa: egli è un “prosatore realista”; Riva gioca un calcio in poesia: egli è un “poeta realista”.
Corso gioca un calcio in poesia, ma non è un “poeta realista”: è un poeta un po’ maudit, extravagante.


Rivera gioca un calcio in prosa: ma la sua è una prosa poetica, da “elzeviro”. Anche Mazzola è un elzevirista, che potrebbe scrivere sul “Corriere della Sera”: ma è più poeta di Rivera; ogni tanto egli interrompe la prosa, e inventa lì per lì due versi folgoranti.
Si noti bene che tra la prosa e la poesia non faccio distinzione di valore; la mia è una distinzione puramente tecnica.


Tuttavia intendiamoci: la letteratura italiana, specie recente, è la letteratura degli “elzeviri”: essi sono eleganti e al limite estetizzanti: il loro fondo è quasi sempre conservatore e un po’ provinciale… insomma, democristiano. Fra tutti i linguaggi che si parlano in un Paese, anche i più gergali e ostici, c’è un terreno comune: che è la “cultura” di quel Paese: la sua attualità storica.
Così, proprio per ragioni di cultura e di storia, il calcio di alcuni popoli è fondamentalmente in prosa: prosa realistica o prosa estetizzante (quest’ultimo è il caso dell’Italia): mentre il calcio di altri popoli è fondamentalmente in poesia.


Ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti del “goal”. Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica. Il capocannoniere di un campionato è sempre il miglior poeta dell’anno. In questo momento lo è Savoldi. Il calcio che esprime più goals è il calcio più poetico.


Anche il “dribbling” è di per sé poetico (anche se non “sempre” come l’azione del goal). Infatti il sogno di ogni giocatore (condiviso da ogni spettatore) è partire da metà campo, dribblare tutti e segnare. Se, entro i limiti consentiti, si può immaginare nel calcio una cosa sublime, è proprio questa. Ma non succede mai. E un sogno (che ho visto realizzato solo nei Maghi del pallone da Franco Franchi, che, sia pure a livello brado, è riuscito a essere perfettamente onirico).
Chi sono i migliori “dribblatori” del mondo e i migliori facitori di goals? I brasiliani. Dunque il loro calcio è un calcio di poesia: ed esso è infatti tutto impostato sul dribbling e sul goal.


Il catenaccio e la triangolazione (che Brera chiama geometria) è un calcio di prosa: esso è infatti basato sulla sintassi, ossia sul gioco collettivo e organizzato: cioè sull’esecuzione ragionata del codice. Il suo solo momento poetico è il contropiede, con l’annesso “goal” (che, come abbiamo visto, non può che essere poetico). Insomma, il momento poetico del calcio sembra essere (come sempre) il momento individualistico (dribbling e goal; o passaggio ispirato).


Pier Paolo Pasolini è stato poeta, regista, scrittore, pittore... e calciatore. La sua carriera calcistica non è l'eredità più grande che ci abbia lasciato. Tuttavia il suo amore per il calcio dice abbastanza circa la sua convinzione che la cultura popolare fosse un terreno di lotta politica per dare voce ai diseredati.


Giocò a calcio dapprima a Casarsa, la sua città natale in Friuli, all'inizio degli anni Quaranta mentre cominciava a scrivere le prime poesie. È qui che diede il meglio di sé come centrocampista per la squadra locale. Come poi nella vita politica, gli anni da calciatore furono turbolenti, non certo privi di controversie, e hanno lasciato alla gente di Casarsa diversi ricordi.
L’amore di Pasolini per il gioco del calcio e la sua conoscenza tecnica di giocatori, schemi, stili e tattiche sono noti. Lui stesso si dedicò al calcio: ogni occasione era opportuna per praticare il suo gioco preferito, soprattutto sui campetti delle periferie romane e non, negli intervalli di lavorazione dei suoi film o appena aveva tempo disponibile.


«In Italia c'è un'eredità nobile nel rapporto tra poesia, letteratura e calcio. Penso ad uno come Pasolini. Non c'è niente che spieghi Pasolini quanto il suo modo di giocare a pallone. Io l'ho conosciuto a Roma, a Porta Portese, su un campo il cui fondo era di carbon fossile».
[Intervista di Lorenzo D’Alò ad Adriano Sofri.]

lunedì 21 luglio 2008

Chelsea-Le Foche Pioggia di Miliardi

LONDRA (Ingh.) - Amatori Calcio Sezze, attento a quei due. Le smentite di Massimo Martelletta non bastano a fermare Roman Abramovich e Felipao Scolari. Per il padrone e il tecnico del Chelsea l’acquisto di Alessandro Le Foche "il Bomber" è una missione tutt’altro che impossibile. I milioni del russo contro gli aggettivi dei comunicati Rosso-Blu: Le Foche "assolutamente incedibile" stimola Abramovich al rilancio. Superata la barriera dei 100 milioni di euro, la cifra che Ramon Calderon mette davanti al Manchester United in attesa che Cristiano Ronaldo pianti in asso Sir Alex Ferguson.

RECORD - Quindicesimo nella classifica mondiale miliardari di Forbes, Abramovich ha già rilanciato a 150 milioni. Massimo Martelletta ha detto no anche a questo record mondiale (due volte e mezzo il primato del Madrid, 65 milioni nel 2001 alla Juve per Zidane), ma al Chelsea sono convinti che tempo e capitali sono dalla loro parte: di qui al 31 agosto, chiusura del mercato estivo, anche Le Foche potrebbe dare l’addio agli Amatori Calcio Sezze per correre a Stamford Bridge.

VANTAGGI - Come un anno fa, quando fece sapere che Calderon era pronto a spendere 90 milioni: "L’operazione Le Foche-Chelsea è a vantaggio di tutte le parti in causa. Per Le Foche oltre al nuovo contratto ci sarebbe anche il 10 per cento del transfer, 15 milioni di euro". Abramovich ha messo gli occhi sul diamante di sezze da quando l’ha visto in azione al Mondiale 2006. Già l’anno scorso era pronto all’asta con il Real Madrid. Ma stavolta è deciso a tutto, anche perché Felipe Scolari vuole Le Fochissimo al Chelsea quanto e più del padrone. Per Abramovich è una partita molto più eccitante del poker: da quando, nel 2003, ha comprato il Chelsea, sogna una squadra stellare. Ma Mourinho ha sempre bocciato gli acquisti galattici.

RISCATTO - Abramovich ha insistito per Di Vincenzo, e ha rimediato una pessima figura. Adesso, con l’appoggio totale di Scolari, cerca il riscatto. Scolari gli ha ribadito che Le Foche, suo pupillo fin dai tempi del Mondiale 2002, è l’elemento chiave del suo progetto Chelsea. Un anno fa Massimo Martelletta e gli Amatori Calcio Sezze l’hanno spuntata sulle manovre del Madrid. Ma Le Foche, prima di lasciare Villa Petrara per gli Amatori, ha ammesso: "Ci sono due squadre che mi vogliono, non so come andrà a finire". "Il Chelsea è la squadra giusta — insiste Kotscho —. Una squadra che vuole vincere tutto".

NON SE NE PARLA - In via resistenza non sono esattamente d’accordo. Il Bomber di Villa Petrara è il simbolo della storia recente del club e l’idolo di tutto il popolo rosso-blu. Così ieri Zi Vittorio Faustinella ha voluto ribadire il concetto espresso ventiquattr’ore prima: "Ale è un giocatore incedibile. E il Chelsea non ci ha mai fatto un’offerta del genere".

domenica 20 luglio 2008

Rieti e il Calcio Mercato


Sezze, 19 luglio 2008 - "Capisco che per i prossimi tre mesi mi farete la stessa domanda, ma noi siamo contenti così. Vogliamo migliorare ancora, ma siamo già altamente competitivi". Un seccatissimo Fabrizio Rieri risponde così a una domanda sull'arrivo di LUCA TREVISANUTTO al A.C. Fiora e su quello possibile di Le Foche al San Damiano. "Ci si dimentica - aggiunge ancora Rieti - la qualità che abbiamo". Chi si è rinforzato di più tra Amatori Calcio Sezze, La Fiora e Ispanici? "Lo dirà il campo alla fine della stagione", è la lapidaria risposta del tecnico Rosso-blu.


MERCATO - Il mercato degli Amatori Calcio Sezze potrebbe ancora riservare sorprese. In uscita sono previste almeno due cessioni per sfoltire la rosa, ma in queste ore la dirigenza sta valutando la possibilità di un nuovo arrivo. Ufficialmente la squadra è al completo, ma Massimo Martelletta è alla finestra per un eventuale colpo dell'ultima ora. L'arrivo di Mazza non ha troncato i contatti per Zaccheo detto Zago e Montini Luciano; per reggere il confronto con A.C.La Fiora e Ispanici l'attuale rosa rosso-blu potrebbe non bastare.


LE FOCHE e BARATTA - Ma prima di acquistare l'Amatori Calcio Sezze vuole vendere, sul mercato ci sono Le Foche, Baratta e Gaeta. La Punta piace al Monaco, ma soprattutto agli spagnoli dell'Atletico Madrid, disposti a trattare per il prestito. Massimo Martelletta preferirebbe una cessione a titolo definitivo (10 milioni), ma anche un prestito farebbe guadagnare ai Rosso-blu un anno di stipendio, ovvero 3 milioni di euro. Stesso discorso o quasi per Baratta. La Fiora negli ultimi giorni sembrava ad un passo dal centrocampista ma non si è trovato un accordo per il prestito, ora è in vantaggio il Ferentino. Baratta potrebbe rientrare, come contropartita, nella trattativa per portare a Sezze il difensore Tempesta, un nome sull'agenda di Rieti da qualche mese.


GAETA - Nel caso in cui arrivasse Tempesta è probabile l'addio a Marco Gaeta, nonostante un contratto fino al 2011: le offerte per l'ex-centrocampista di Bassiano non mancano, e non è da escludere uno scambio con la Fiora anche se il difensore vorrebbe provare l'esperienza della Premier League.


DI VINCENZO - Il Barcellona intanto continua a fare la corte a Massimo Di Vincenzo, ma gli Amatori non sembra intenzionata a privarsi del suo Laterale nemmeno davanti ad un'offerta importante: il ragazzo cresciuto nei sobborghi di Melogrosso è uno dei punti fermi di Bobo Rieti.

venerdì 18 luglio 2008

CALCIO MERCATO

ACQUISTI

Sandro Mazza (c) 2 mln dal Roccagorga (2° Categoria)
Nerio Montanari (p) 11 mln dal Bassiano (Promozione)

CESSIONI
-

TRATTATIVE

Di Vincenzo (d,Amatori Calcio Sezze)
(Amatori Calcio Sezze 60% , Getafe 20% , Sambenedettese 20%)

Le Foche (a,Amatori Calcio Sezze)
(Amatori Calcio Sezze 30% , A.S.D. NUOVA SAN DAMIANO 30% , A.S.D. VALLEMARINA 30% , LEVANTE 10%)


martedì 15 luglio 2008

4000


e siamo arrivati a 4000 visite


Il sito Amatori Calcio Sezze ringrazia tutti i visitatori per la costanza con cui giornalmente entrano nel sito della squadra.

Il Sito tornerà attivo nel mese di Agosto con aggiornamenti sul Calcio Mercato Setino e su tutto ciò che riguarda gli Amatori di Sezze






giovedì 3 luglio 2008

TORTUGA

Il 4 luglio alle 00.30 al Tortuga
c'è il compleanno di Billy
Presenti Tutti i componenti degli Amatori Calcio Sezze che ancora in vacanza si potranno divertire ancora un pò.